Non lasciarti condizionare
dal passato
guarda sempre in avanti:
da questo momento
da oggi, da ora on poi.
Non perdere mai
la forte determinazione
di continuare ad avanzare
Daisaku Ikeda
Al giorno d’oggi l’umanità potrebbe essere distrutta in pochi minuti a causa dell’uso spropositato dell’energia nucleare. Tutto ebbe inizio nel 1942, quando gli Stati Uniti avviarono un programma di ricerca per lo sviluppo di una bomba atomica: un’arma potente come mai ne era esistita una. Nacque così il progetto Manhattan. Il 16 luglio del 1945 si svolse il Trinity Test, la prima detonazione atomica. Gli scienziati addetti ai lavori non erano stati informati dello scopo del progetto. Tuttavia sapevano che il mondo non sarebbe stato più lo stesso.
Da qui la celebre citazione dello scienziato J.R. Oppenheimer, ripresa dalle scritture induiste, “Adesso sono diventato Morte, il distruttore dei mondi”. La visione del film “Oppenheimer” in cui il protagonista è proprio lo scienziato, é funzionale alla comprensione della grandezza dell’avvento del nucleare e della possibile nascita della bomba ad idrogeno, la quale sarebbe la piú grande minaccia per l’umanità. Grazie al film si entra nel vivo della vicenda e nella reazione del mondo alla vera catastrofe: il 6 agosto 1945 l’equipaggio del bombardiere americano B-29 Enola Gay eseguì l’ordine di far esplodere sul centro abitato di Hiroshima la bomba all’uranio chiamata Little Boy. Successivamente venne mandato l’ordine di far esplodere la bomba al plutonio chiamata Fat Man sulla zona industriale di Nagasaki. L’ effetto di queste bombe sulle due città fece scalpore in tutto il mondo, dando vita a proteste e rivolte contro le autorità che diedero l’ordine, cercando di portare avanti un progetto di pace. Il presidente dell’associazione Soka Gakkai, Josei Toda, fece una dichiarazione contro le armi nucleari, nella quale promosse l’idea di un’unica comunità umana. Grazie a questo nacque la mostra “Senzatomica”: un’innovativa esposizione artistica che si propone di esplorare il concetto di pace e sostenere il disarmo nucleare. La mostra, situata in una delle gallerie d’arte più rinomate di Roma, è il risultato di un’iniziativa collaborativa tra artisti , attivisti e ,in particolare, proprio dall’associazione buddista Soga Gakkai. Essa si inserisce in un contesto internazionale in cui la minaccia nucleare continua a rappresentare una delle principali sfide per la sicurezza globale. La mostra mira a stimolare una riflessione profonda nel pubblico e a sensibilizzare sull’importanza deldisarmo nucleare.
Proprio per questo ci racconta, a partire dalle conseguenze, le catastrofi ad Hiroshima e Nagasaki. La prima, a causa del calore e dell’onda d’urto, fece si che il 90% degli edifici furono rasi al suolo, successivamente seguì il “fallout”: il materiale coinvolto nell’esplosione ricadde sotto forma di ceneri e pioggia radioattive. Circa 140.000 persone morirono a Hiroshima per effetto immediato della bomba. Mentre a Nagasaki circa 70.000.
Durante la nostra visita alla mostra abbiamo potuto conoscere la storia degli hibakusha ovvero le persone sopravvissute. Anch’esse risentirono del disastro nucleare e dunque sopportarono per tutta la vita le conseguenze dell’esplosione: ustioni , malformazioni nei figli concepiti, leucemie e altre forme di cancro, per non parlare delle discriminazioni e l’isolamento sociale. A causa delle radiazioni, le vittime delle bombe di Hiroshima e Nagasaki aumentarono rispettivamente a 200.000 e 140.000. Gli effetti di queste perdurano ancora oggi nei figli dei figli degli hibakusha.
Abbiamo potuto visionare delle immagini nel post-bomba che mi hanno reso più vicina alla vicenda: bambini i quali corpi erano devastati dall’esplosione,intere classi spazzate via dalla bomba nell’arco di pochi secondi, famiglie mesi dopo i bombardamenti ancora traumatizzate e tante altre. Successivamente alla fine della seconda guerra mondiale, con la Guerra Fredda , sia il blocco occidentale sia quello orientale avviarono un’esagerata produzione di armi nucleari, con l’obbiettivo di “garantire la pace” nel propri paesi sulla base della teoria di “distruzione reciproca garantita”(MAD). Ed è qui che bisogna chiedersi come sia possibile creare pace facendo la guerra, come sia possibile che la morte di qualcun’altro renda noi liberi.
Ad oggi le 5 grandi potenze mondiali(Russia, Cina, Usa, Regno Unito e Francia) possiedono e continuano a produrre bombe nucleari che potrebbero annientare l’intero pianeta. Il mondo intero è ostaggio della paura. Le conseguenze di un’ipotetica guerra nucleare sarebbero doppiamente gravi al giorno d’oggi: difficilmente uno Stato o un organismo internazionale potrebbero dare risposta adeguata all’emergenza umanitaria immediata, soccorrendo le vittime; l’impatto avrebbe devastanti effetti mondiali tra cui il blocco dello sviluppo socioeconomico e il caos ambientale, colpirebbero in particolare i piú poveri e vulnerabili; oscurerebbe la stratosfera e potrebbe causare gravi sconvolgimenti climatici, tra cui la carestia planetaria, che minaccerebbero la sopravvivenza del genere umano.
Il 22 gennaio del 2021 é entrato in vigore, dopo essere stato approvato all’ONU il 7 luglio 2017, il trattato sulla Proibizione delle armi nucleari (Treaty on the Prohibition of Nuclear Weapons, TPNW), che mette completamente al bando le armi nucleari, vietandone non solo lo sviluppo e la sperimentazione, ma anche la produzione e la minaccia d’uso. Il TPNW inaugura una nuova era in cui l’esistenza di armi nucleari sulla faccia della Terra viene dichiarata inaccettabile in base a uno strumento giuridico legalmente vincolante. Lo scopo primario del Trattato è proteggere il diritto alla vita di tutte le persone e garantire la sopravvivenza alle generazioni future. Possiamo dire , dunque, che questo é l’inizio della fine delle armi nucleari. La spesa globale per la gestione delle armi nucleari secondo le stime pubblicate dal Sipri nell’Annuario ha raggiunto la cifra record di 2.240 miliari di dollari. Se tutti i paesi ratificassero il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari potremmo: sradicare la povertà; usare il denaro che i nove Stati possessori di armi nucleari spendono per le loro armi ogni anno per coprire quasi l’intera spesa annuale volta all’eliminazione della povertà estrema a livello globale; ampliare le risorse mediche; prevenire ulteriori disastri ambientali; ridurre la minaccia della crisi climatica; proteggere i diritti delle donne; prevenire violazioni dei diritti umani e la disparità di genere nei confronti delle donne e ragazze, che maggiormente risentono delle conseguenze dovute all’uso e alla sperimentazione delle armi nucleari, come testimoniato dalle hibakusha. Dunque si evince come il fenomeno nucleare non sia astratto ma incida sulla nostra vita quotidiana Nel 2009 Daisaku Ikeda , presidente della Soka Gakkai Internazionale disse: “ Se vogliamo veramente porre fine all’ era degli armamenti nucleari, dobbiamo lottare contro il vero nemico, che non sono le armi atomiche di per sé, ne gli Stati che le possiedono, bensì il modo di pensare che ne permette l’esistenza: la prontezza ad annientare gli altri quando vengono percepiti come minaccia o impedimento alla realizzazione dei propri scopi.” Le armi nucleari rappresentano questa mentalità e , se riusciremmo a sradicarla , le conseguenze positive saranno molto più che il disarmo nucleare; avranno benefici su tutta la popolazione mondiale. Il concetto di base che ispira la mostra “Senzatomica” é la necessità di partire dal disarmo interiore per giungere al disarmo nucleare.Per farlo bisogna partire dal singolo, bisogna imparare a condividere le gioie e le sofferenze degli altri, difendendo e celebrando la diversità.