Il Nucleare
Federico Ricci
L’istruzione è l’arma più
potente che abbiamo per
cambiare il mondo
Nelson Mandela
È dall’inizio della guerra fredda che assistiamo impotenti ad uno scenario sempre più minaccioso dove il pericolo di utilizzare armi di distruzione di massa è sempre meno velato, quasi come se l’uso di tali armi non fosse seriamente un pericolo.
Infatti a partire dalla fine della seconda guerra mondiale, fu chiaro a tutti che una nuova guerra non sarebbe stata più gestibile infatti, dopo il 1945 il mondo si divise per la prima volta in due blocchi, ovvero quello statunitense e quello sovietico che imposero i loro rispettivi modelli economici ed ideologici e piazzarono su tutto il globo basi atomiche.
Ciononostante, in vari periodi storici si è rischiato di entrare nel terzo conflitto mondiale, per citare un episodio, basti tornare all’anno 1962 quando ci fu la crisi di Cuba che tenne tutto il mondo con il fiato sospeso ma che poi, sia per cercare di evitare l’impossibile sia perché erano ancora recenti i ricordi delle conseguenze di una guerra globale, si trovò così una mediazione e apparentemente finì la crisi.
Se dagli anni Cinquanta è risaputo che una guerra nucleare porterebbe alla fine dell’umanità: una guerra che non avrebbe né vinti né vincitori ma soltanto la distruzione totale. La domanda che dovremmo porci è la seguente: come sia possibile ritrovarci nel 2024 a continuare a parlare di ciò attuando una politica che mira ad un conflitto mondiale? Una domanda che rischia di non avere risposte, anche perché è realmente difficile tentare una qualsiasi possibile risposta.
Eppure la scoperta del nucleare in sé è stata una scoperta importantissima per l’umanità. Basta pensare alla Pet (Tomografia a Emissioni di Positroni) una tecnica di diagnostica medica utilizzata per la produzione di immagini che danno informazioni circa i processi funzionali all’interno del copro umano. Oppure la terapia radiometabolica che cura alcune patologie sfruttando gli isotopi nativi di alcuni farmaci ed è efficacie nella cura dell’ipertiroidismo., del carcinoma tiroideo, delle metastasi ossee di alcuni linfomi.
Purtroppo negli anni l’utilizzo responsabile dell’energia nucleare non è sempre andato a buon fine, Chernobyl e Fukushima sono solo due dei casi di cui siamo venuti a conoscenza, in cui sono morte delle persone ed altre si sono ammalate a causa della fuoriuscita delle radiazioni.
La società di oggi è molto cambiata rispetto alla società del dopoguerra. Gli uomini sono diversi grazia ad una maggiore informazione, i media hanno favorito lo sviluppo di una maggiore consapevolezza dei rischi derivanti dall’utilizzo del nucleare. Gli scienziati del progetto Manhattan, che bloccarono l’approvazione del Johnson May-Bill impedendo la corsa agli armamenti atomici con pieni poteri sulla ricerca militare, erano infatti figli dei valori dei loro tempi. Soprattutto conoscevano le conseguenze e l’orrore della guerra, ma nonostante ciò le due bombe sono state lanciate. Sicuramente un “comune cittadino” della parte fortunata di mondo che non ha vissuto guerre negli ultimi decenni, è oggi figlio della realtà virtuale che ha generato noia e sdoganamento della violenza repressa, che però ha confuso il virtuale con ciò che è reale.
Mi chiedo che tipo di cittadini e di uomini si è avuto cura di educare? Oggi come oggi c’è qualcuno in grado di generare pensieri così alti ed etici per il benessere dei popoli come avveniva nel secolo scorso? L’uomo comune a cui si rivolgeva Ghandi, siamo sicuri esista ancora e che sappia comprendere i contenuti di quel messaggio? Viene realmente da chiedersi se potrebbe nascere un nuovo Ghandi? Non possiamo avere soluzioni o ricette né tantomeno certezze, ma possiamo porci dei dubbi e cercare di capire in quale direzione sta andando il mondo.
Credo infatti che non necessariamente si debba essere malvagi per commettere del male, ma forse si dovrebbe lavorare seriamente sull’umanità per cercare di sconfiggere la superficialità e l’indifferenza a vantaggio di una convivenza pacifica e civile, in quanto citando la Arendt nella sua opera “La banalità del male”, anche il non prendere posizione può generare il male, avallandolo o nascondendosi dietro presunti alibi di scientificità, come fece Teller. Sappiamo che l’umanità in quanto tale è fallace, sarebbe auspicabile che la comunità scientifica, gli uomini e le donne che detengono un qualsiasi potere nei diversi stati, attuassero una collaborazione tra paesi eticamente onesta e in grado di superare la brama di dominio e, per questo sarebbe auspicabile lo smantellamento delle armi nucleari a livello globale.