Le menti creative riescono a
sopravvivere anche ai peggiori
sistemi educativi
Anna Freud
L’introduzione delle nuove tecnologie ha determinato una trasformazione nel nostro modo di comunicare, di rapportarci e confrontarci non solo con quelle che sono le fonti di informazione ma anche nei principali paradigmi comunicativi e cognitivi che mettiamo in atto in modo più o meno consapevole. Di fatto già il massmediologo canadese Marshall McLuhan aveva profetizzato alla fine degli anni settanta lo strapotere mediatico delle nuove tecnologie di comunicazione.
Il suo approccio teorico riteneva che le tecnologie mediatiche possono formarsi in base al loro utilizzo fino al paradosso che il mezzo può diventare il messaggio stesso e non un gioco di parole ma la sua frase emblematica: il mezzo è il messaggio.
Approcci e attività innovative possono dunque entrare nelle scuole e trasformare il processo di apprendimento e insegnamento modificando così le nuove esigenze educative e il processo di relazione tra docente e allievo: in effetti tutto ciò è stato sperimentato durante l’applicazione della dad in epoca di pandemia. In quel periodo di fatto sono stati reinterpretati i ruoli e i compiti degli insegnanti, prendendo in considerazione le nuove esigenze educative all’interno di una classe sempre più articolata.
Pertanto sono state ridisegnate le nuove competenze, quelle che consentono agli studenti di utilizzare strumenti sempre più appropriati, superando anche le difficoltà che si possono riscontrare ricorrendo così a nuovi strumenti e strategie, come ad esempio l’applicazione della e learning su piattaforme digitali come classroom che di fatto pone a tutti gli effetti la classe virtuale. Attraverso questa sperimentazione abbiamo avuto la possibilità di capire come i new media e le nuove tecnologie di comunicazione veloce non possono sostituirsi alle modalità d’insegnamento tradizionali bensì dovrebbero essere motivo di coinvolgimento di maggiore interesse per gli studenti. Viene da chiedersi se queste nuove metodologie didattiche possono diventare una routine per la scuola, visto che alla fine possono realmente migliorare l’approccio alla didattica. L’uso di appositi strumenti informatici e comunicativi può consentire a studenti di espandere le proprie idee, e di presentarle anche agli altri, interpretandole a tutti gli modo proprio e riuscendo con ciò a scambiare anche informazioni. Pensiamo per esempio all’utilizzo del metodo Steiner pensato per favorire la stimolazione del gusto e del piacere dell’apprendimento; metodi di insegnamento non si basano dunque su regole rigide, quanto piuttosto sulla capacità di ogni insegnante di trovare la chiave per ottimizzare il proprio rapporto di relazione con i singoli studenti. Il metodo Steiner utilizzato anche e soprattutto per le lingue straniere è progettato per migliorare i sensi e articolare la mente dei ragazzi e per sviluppare la loro creatività ed espressività. Fondamentali sono le attività di gruppo e di socializzazione, che portano i ragazzi a vivere in comunità avendo rispetto per gli altri. Gli obiettivi perseguiti dall’approccio steineriano sono volti allo sviluppo armonico di tre aree principali: pensare e stabilire connessioni logiche, imparando anche ad avere giudizi; sentimento, perseguire la maturità emotiva, e ottimizzare la gestione della situazione; volontà, essenziale per progredire. L’obiettivo in tal senso è quello di riuscire a creare una didattica più incentrata sul valore educativo della materia e sulla sua capacità di costruire nel tempo competenze reali, il cui fulcro è il senso di prospettiva dell’interno processo di insegnamento, che agisce sul percorso di sviluppo di ogni persona. Capire come funziona la memoria e quindi la mente che apprende, ed il ruolo che le emozioni giocano in questo percorso, è una leva fondamentale che può sia insegnare meglio la propria materia che aiutare gli studenti ad imparare meglio. Di fatti la didattica metacognitiva serve per agevolare gli studenti nelle competenze e per aiutarli a migliorare il loro modo di apprendimento e di studio, imparando anche a gestire meglio le emozioni che sono presenti e che si provano nel percorso di formazione. Ora trovandoci nel bel mezzo di una pandemia le innovazioni tecnologiche hanno giocato un ruolo centrale. In effetti che hanno coinvolto il mondo intero il prolungato periodo di apprendimento a distanza che bambini, ragazzi, i propri genitori e insegnanti sono stati e sono tutt’ora costretti a intraprendere da oltre un anno, ha creato difficoltà di apprendimento e disagio, fortemente sentito soprattutto a causa della scarsa socializzazione e degli effetti che ha generato questo delicato periodo. Nonostante ciò possiamo affermare che in questo periodo abbiamo avuto la possibilità di imparare molto di più sulle tecnologie che abbiamo scoperto essere un mezzo utile alla didattica per l’educazione a scuola ma anche in altre attività.