Facts do not cease to exist because
they are ignored
I fatti non cessano di esistere solo
perché noi li ignoriamo
Aldous Huxley
Qual è la percentuale di migranti nel tuo paese? Quanto costa crescere un figlio? Mangiamo troppo zucchero?
Queste tre domande, apparentemente semplici, celano la diffusa tendenza di percepire erroneamente il mondo intorno a noi. Questa tendenza è chiamata “misperception”, la parola-cardine del libro di Bobby Duffy, “The perils of perception”¹ dal quale ho preso spunto per la stesura di questo articolo.
La “misperception”, ossia la “percezione falsa”, è quindi il motivo per cui sovrastimiamo oppure, al contrario, sottostimiamo alcuni dati come ad esempio il numero di migrati, o quello delle persone sopra i 65 anni ². E in Italia, questa tendenza non è di certo assente anzi, come detto dallo stesso Duffy in un’intervista a La Repubblica ³, siamo il paese dove il fenomeno è più accentuato. Il problema condiviso dai cittadini dei paesi che occupano i gradini più alti della classifica è l’assenza parziale o totale di un pensiero critico a discapito di uno prettamente emotivo. Questo aspetto è da affiancare al processo logico dell’induzione, ossia quello di ricavare da un caso particolare una tendenza generale; quindi il classico italiano medio, assistendo ad un reato commesso da un extracomunitario, sovrastimerà di conseguenza il dato sulla criminalità degli stranieri. Appurato che, con un tono di ironia e sarcasmo i neofiti tutti, gli italiani in alcuni casi si sbagliano quando a riguardo alcune tematiche finiscono per cadere nel tranello dell’apparente percezione, quando poi non approfondiscono e rimangono nelle superficialità del luogo comune, dunque quello che potremmo fare è invece chiedersi: perché cadiamo così spesso in errore?
La risposta sta nel come ci approcciamo a questo tipo di quesiti; come accade per le domande a trabocchetto siamo portati a rispondere velocemente (fast-thinking) ⁴ oppure a non ponderare attentamente le nostre risposte ⁵. Il motivo più importante si riscontra però quando captiamo delle informazioni parziali o incerte che però con il tempo, se non abbiamo la dovuta smentita, trasformiamo in appurate. ⁶ Sommando queste motivazioni dei nostri errori al nostro pensiero prettamente emotivo, è presto detto perché siamo il paese più “credulone” sui 40 presi in esame dalla ricerca Ipsos 7.
Ovviamente questa modalità di pensiero viene sfruttata da alcuni uomini di potere per ottenere maggiori consensi. Focalizzandoci sull’Italia infatti, posso affermare con certezza che la percezione errata dei dati ha contribuito all’elezione negli scorsi anni di alcuni politici. Questo non significa che i soggetti in questione abbiamo di conseguenza delle idee corrotte o dei principi sbagliati ma non possiamo però nascondere questo aspetto. Di fatto il problema maggiore è come pensiamo mentre quello che ci dicono passa in secondo piano o addirittura diventa una semplice conseguenza del nostro approccio 8. È una tendenza irreversibile?
Secondo Duffy 9 e non sono neanche io di questo avviso, penso che possiamo migliorare molto da questo punto di vista; credo in oltre che la chiave di questo cambiamento sia l’abitudine a pensare sempre basandosi su dati certi e non su nostre supposizioni personali che fanno spesso sbagliare causa pregiudizi o semplicemente perché ci sono argomenti dove non siamo del tutto informati e parliamo per “sentito dire”. Non a caso esistono nel nostro linguaggio fin troppi luoghi comuni.
Per concludere voglio affermare che c’è ancora tanto da approfondire riguardo a questo argomento e che spero di aver stimolato una nuova lettura proprio del testo di Bobby Duffy finalizzando la concretezza del dato piuttosto che la semplice omologazione del linguaggio fin troppo spesso ripetuta senza un vero e proprio approfondimento.
Note bibliografiche
¹ Duffy Bobby “The perils of perception” (2018), Atlantic book
² Figura 1 pag.7 [Duffy Bobby “The perils of perception” (2018), Atlantic book]
³ Smargiassi Michele “Italiani creduloni e poco informati ecco perché vi fate idee sbagliate” pag.51 “La Repubblica” (01/05/19)
⁴ “Third, you almost certainly answered the question quickly, wanting to get on with the rest of the book- the sort of “fast-thinking” […] [Duffy Bobby “The perils of perception” (2018), Atlantic book] Pag. 4
⁵ “First, it’s not something you’ll have pondered on a lot” [Duffy Bobby “The perils of perception” (2018), Atlantic book] Pag. 3
⁶ “Second, you may have vaguely heard someone say it when you weren’t paying much attention.” [Duffy Bobby “The perils of perception” (2018), Atlantic book] Pag. 4
7 “What we get wrong is as much about how we think as what we’re told” [Duffy Bobby “The perils of perception” (2018), Atlantic book] Pag. 18
9 “It’s not all hopeless” […] [Duffy Bobby “The perils of perception” (2018), Atlantic book] Pag. 18